Il maestro dell’horror John Carpenter, regista di film iconici Halloween, La cosa, Fuga da Los Angeles e tanti altri, rivolge il suo sguardo distintivo verso il piccolo schermo.
In Le urla suburbane di John Carpenter, la serie antologica di sei episodi esplora gli orrori che esistono nei nostri cortili: le piccole cose banali che potremmo non considerare spaventose ma che in realtà lo sono. Cosa succede dietro le porte chiuse dei sobborghi, le case fatte con lo stampino in quartieri identici chiusi in labirintici labirinti di strade?
Urla suburbanein una sorta di approccio documentaristico sul vero crimine, mira a scoprirlo.
Mentre ci prepariamo per Halloween, la serie racconta sei storie agghiaccianti, ognuna presumibilmente basata su una storia vera. Due hanno sede in Canada. Carpenter è il produttore esecutivo della serie ed è il regista di un episodio, Lo stalker telefonicosu una donna di Long Island, New York, che è stata incessantemente perseguitata da un uomo anonimo dal 2017.
Il 75enne Carpenter ha anche creato la colonna sonora della serie; è vero, non ha solo una mente cinematografica, ma anche musicale. (Negli ultimi dieci anni ha pubblicato cinque album ed è andato in tournée mondiali per la sua musica.)
Global News ha parlato al telefono con Carpenter per una breve chiacchierata sulla serie e sulla composizione di horror e musica.
Global News: Prima di tutto, è un vero onore parlare con voi. Sono cresciuto negli anni ’80 e ’90 e ho guardato un sacco di film horror. Quindi grazie per tutto.
Giovanni Carpentiere: Assolutamente. Piacere mio.
Ti apprezzo per aver deformato il mio giovane cervello.
Oh, beh, mi dispiace. [Laughs]
Come è nata questa particolare serie, Urla suburbanevieni?
Ebbene, l’abbiamo scoperto e ci è stato offerto, mia moglie [Sandy King] e io. È composto da storie vere in cui ci concentriamo sul sopravvissuto a una terribile prova: potrebbe essere soprannaturale, potrebbe essere reale. Ho scelto di dirigerne uno su uno stalker telefonico.
Ho capito che l’hai diretto da remoto?
SÌ. Ero entusiasta di farlo perché era una regia remota. Ci siamo incontrati in modo che il cast e la troupe girassero a Praga e io dirigessi dal mio salotto qui a Los Angeles.
È un ottimo affare.
Oh amico, lo sai.
Ho letto che lo facevi nello stesso posto dove giochi anche ai videogiochi.
Giusto! [Laughs]
Perché hai scelto di dirigere quell’episodio specifico?
Pensavo che come regista avrei potuto farci qualcosa. Ho anche trovato un’attrice davvero eccezionale, Julie Stewart, per interpretare la protagonista, e siamo partiti.
Hai anche composto la musica per questo spettacolo. Ti è piaciuto tanto quanto l’elemento regia?
Sì, lo adoro. Lo adoro!
La seconda venuta di John Williams?
[Laughs] Oh mio Dio, per favore. NO.
Ciò che trovo davvero interessante nello show è come le cose più semplici a volte siano le più spaventose. I sobborghi possono sembrare così puliti e fatti con lo stampino, ma quando si scende sotto la superficie si nascondono alcune cose sinistre.
Lo sono, ragazzo, a volte lo sono! E le periferie, sì, possono essere un luogo oscuro e spaventoso.
Nel mio lavoro, devi renderlo spaventoso e deve essere fatto in modo cinematografico. Tutto può essere spaventoso. Nulla. Come puoi vedere, il mondo è un posto piuttosto spaventoso. Scegli il tuo posto.
La realtà è più spaventosa della finzione, soprattutto adesso. Come sopravvive l’orrore nonostante tutti questi orrori della vita reale?
Ebbene, l’orrore è una reazione, il vero orrore è una reazione alle cose. L’horror cinematografico è una rappresentazione. Possono essere film in costume, possono essere drammatici, possono essere fantascienza, possono essere ogni genere di cose. Non è necessario tirarlo fuori dai titoli dei giornali, ma a volte uno vuole allontanarsi dai titoli e avere una catarsi da solo, vivere un’esperienza spaventosa magari con qualcuno che ami, o con un pubblico, ed essere al sicuro. Questo è ciò che offre l’orrore.
L’horror moderno si è frammentato in… immagino che li definirei sottogeneri. Cosa ne pensi adesso della frammentazione?
L’horror è tutto incentrato sulla storia. Non prestare attenzione nemmeno a quell’altra roba. Non preoccuparti di tecniche come il jump scare o cose del genere. L’orrore è la storia che stai raccontando: di cosa parla?
E ascolta, il male è antico. La natura ce l’ha, le persone ce l’hanno. È ovunque ed è costantemente con noi. Dipende da come reagiamo ad esso, da come lo affrontiamo, da come lo dominiamo.
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Cattura “Suburban Screams di John Carpenter” su Showcase mercoledì sera alle 22:00 ET. Gli abbonati possono anche eseguire lo streaming su STACKTV.
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(Questa intervista è stata modificata e condensata.)
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